venerdì 20 settembre 2013

lettera di uno studente di scienze politiche arrestato lo scorso 4 settembre con l’accusa di aver preso parte agli incidenti che hanno provocato il ferimento di un altro studente ad una festa in Statale


 dal sito dell'assemblea di scienze politiche di Milano
LETTERA DI UNO STUDENTE DAL CARCERE DI SAN VITTORE
Qui di seguito pubblichiamo la lettera di uno studente della facoltà di Scienze Politiche, militante nell’assemblea di facoltà, arrestato lo scorso 4 settembre con l’accusa di aver preso parte agli incidenti che hanno provocato il ferimento di un altro studente ad una festa in Statale:
AGLI STUDENTI E ALLE STUDENTESSE, AI LAVORATORI E ALLE LAVORATRICI DELL’UNIVERSITA’ STATALE DI MILANO.
Settant’anni sono passati da quel 8 settembre. Quel giorno nel nostro Paese si ricominciava a sperare alla fine della guerra e del fascismo.
Triste anniversario per scrivere queste parole, anche perché dopo quella data le violenze non finirono. Iniziò la lotta partigiana per cacciar via i nazisti e i fascisti nostrani (i repubblichini) che occupavano le nostre città e le nostre campagne. Iniziarono gli scioperi nelle fabbriche, si saliva in montagna per organizzarsi, ci si ribellava dentro i confini e le galere. La repressione si fece sempre più dura, più brutale. Le fucilazioni, i massacri. Ma i partigiani seppero resistere e seppero sconfiggere il nazifascismo.
Sono state le storie dei partigiani che mi hanno insegnato a lottare. E le parole di mio nonno, che partigiano non fu ma che mi insegnò che per i propri diritti bisogna lottare, sempre a testa alta, senza mai guardarsi indietro.
Concetti che feci miei sin da quando andavo a scuola. Non fu un momento specifico, ma un insieme di eventi, ciò che mi fece maturare l’idea che la mia condizione, come quella dei miei coetanei, stava peggiorando. Le riforme dell’istruzione (Zecchino-Berlinguer, Moratti e Gelmini) e le riforme del lavoro (Pacchetto Treu e Legge 30) sono state solo alcune delle mosse che hanno consegnato a noi giovani questa situazione disastrosa. E poi la crisi economica che colpisce tutti, studenti e lavoratori, disoccupati e pensionati, genitori e figli, carcerati e immigrati.
In un contesto come questo, l’unica cosa che i governi di mezzo mondo hanno saputo fare è stata stringere la cinghia. Le chiamano manovre “lacrime e sangue”. Ma lacrime e sangue di chi? Sempre dei soliti, di chi lavora, di chi va a scuola, di chi è povero. I ricchi no, loro non pagano la crisi, loro devono guadagnare, governare e arricchirsi grazie alla crisi. Allora il fallimento di una fabbrica, mentre diventa un dramma per centinaia (se non migliaia) di famiglie che rimangono senza lavoro, diventa una buona occasione per lauti guadagni per qualche nuovo imprenditore. E lo stesso vale per la svendita dell’istruzione pubblica. Adesso non si studia più perché si vuole studiare, per farsi una cultura, per provare a capire come funziona il mondo o come osservare la natura. No, adesso no, adesso si deve studiare unicamente per lavorare e per questo motivo si studia solo quello che serve alle esigenze del mercato del lavoro. Nel frattempo si aprono le porte ai privati: i soldi, le spese rimangono pubbliche, ma i profitti, il cosiddetto “capitale umano” va ai privati, alle imprese, a CONFiNDUSTRIA, a ingrossare i guadagni dei ricchi.
E così, mentre smantellano l’università pubblica, si restringono anche le opportunità per tutti i nuovi iscritti e per chi si vuole iscrivere. Nell’era della crisi, come ogni buona azienda (già, perché adesso chi gestisce l’università è un consiglio d’amministrazione, come nelle migliori imprese) l’università taglia le voci di spesa che ritiene non profittevoli. Allora si appaltano a ditte esterne servizi essenziali come la mensa o le pulizie – con condizioni economiche e lavorative sempre peggiori per i lavoratori- oppure si tagliano direttamente studentati e borse di studio. Addirittura interviene una riforma, quella dell’ex ministro Profumo, a modificare i criteri su come vengono assegnate le borse di studio: non più su base economica –cioè a seconda del reddito e della possibilità di permettersi o meno l’università- ,ma solo in base al merito. Meritocrazia, finto valore di questa società, che si ricollega direttamente all’essere produttivi sul posto di lavoro. Perché si, nell’era della crisi, per riprendere a fare guadagni, l’unica cosa che fanno i padroni è spremere di più i propri lavoratori, spingerli ad essere più “produttivi”. Quindi si, vai bene a scuola, fai il bravo e vedrai che lavorerai meglio.
E’ così anche per la mia storia. Chi comanda, chi governa, chi guida e amministra la giustizia in questo paese, ha deciso che io e Lollo siamo colpevoli. E le manette scattano automaticamente. Strano sistema questo, che prima ti sbatte in galera e poi si domanda se sei stato tu o meno. E ce ne sono a migliaia di storie come questa dietro queste mura.
Ho dichiarato ciò che avevo da dire al GIP l’altra mattina. Ho spiegato che io non c’entro niente, che questo ragazzo, Federico, non lo conosco e che non avevo idea che quella sera fosse andato via in quella maniera.
Se avessi visto quella scritta sul manifesto sarei andato a parlare con Federico e  gli avrei spiegato che il suo era stato un gesto poco rispettoso nei confronti di chi si è fatto giorni, mesi, anni di carcere per le proprie idee. Gli avrei detto che avrebbe potuto scrivere da un’altra parte, ma mai mi sarei immaginato di prenderlo a botte. Che ragioni avrei avuto?
Ogni giorno vado in università e non ci vado solo per studiare. Peggiorano le condizioni di noi studenti e penso perciò che sia giusto opporsi a questo, lottare per ciò che ci spetta, per soddisfare i nostri bisogni e far valere i nostri diritti. Io, con gli altri studenti come me, ci parlo, mica alzo le mani su di loro.
Vedendo le firme dei provvedimenti, di chi mi è venuto a prendere a casa (la DIGOS!), dei signori P.M. che hanno deciso di arrestarmi (e sapendo che fanno parte del pool dell’antiterrorismo) mi sorge allora spontanea una domanda: cosa si sta processando in questo caso? Ciò che è successo quella sera o la nostra attività politica, le nostre idee? Di cosa hanno paura questi magistrati, che noi studenti e lavoratori veramente ci mobilitiamo per riprenderci ciò che è nostro, ciò che le riforme degli ultimi vent’anni ci hanno levato?
Ecco spiegato il nesso con l’accusa contro la Ex-Cuem, contro i collettivi, contro i centri sociali. Contro chi ogni giorno, a scuola, in università, sul posto di lavoro o nei propri quartieri, cerca di lottare per migliorare le condizioni di tutti e tutte.
Questo è un attacco contro chi si mobilita e si autorganizza, questo è un attacco repressivo contro chi mette in discussione questo sistema di cose. Questo, a me sembra fascismo. E i partigiani mi hanno insegnato che i fascisti si cacciano via. E Federico non mi è sembrato un fascista.
Simone, studente di Scienze Politiche



IL PAGIANNUNZ È STATO DISTRUTTO. 24 ORE DI FAR WEST AD ABBIATEGRASSO. 21 settembre h.16 presidio

tornando all'origine del perchè del blog, oggi la voce al comitato abbiatense per la difesa del territorio

IL PAGIANNUNZ È STATO DISTRUTTO.
24 ORE DI FAR WEST AD ABBIATEGRASSO.

SABATO 21 SETTEMBRE 2013 | ORE 16
PRESIDIO all’ANNUNZIATA
PER DENUNCIARE LA DEVASTAZIONE PER RIPORTARE PUBBLICAMENTE DUE GIORNI DI ORDINARIA FOLLIA.

La devastazione è partita giovedì mattina, all’alba.
La proprietà si presenta al Pagiannunz con ruspino, avvocato e guardaspalle.
Le intenzioni sono chiare: accelerare i tempi, arrivare in fretta al dunque, distruggere il più possibile nel minor tempo possibile.
Hanno cominciato a devastare partendo dall’area di maggior pregio naturalistico, il punto più bello, l’approdo degli aironi; hanno sradicato la vegetazione palmo a palmo; prosciugato definitivamente l'area umida scanalando il suolo con solchi di scolo.

Comitati, cittadini, associazioni ambientaliste, avendo immediatamente chiara la gravità della situazione, si sono mobilitati subito presidiando l’area, cercando di interrompere i lavori, chiedendo ripetutamente l’intervento delle istituzioni, dell’amministrazione, degli organi e delle forze preposte per sospendere al più presto quell’intervento devastante e fuor di regole.
È l’inizio di una storia di tempi dilatati, attese, disattenzioni sbalorditive.
Autorità preposte e istituzioni, Parco del Ticino e Provincia, non sono riuscite a trovare nell’arco di 24 ore un modo per intervenire e bloccare in tempo lo scempio.

Per 24 ore gli operai della proprietà hanno devastato, senza tregua, senza soste, senza mai fermarsi.
Un paio di operai al soldo della proprietà ha triturato suolo, piante, terra, animali, al buio, nella notte, senza tutele per loro, non in sicurezza.
Nella notte è stata interrotta per poche ore grazie all'intervento dei cittadini che hanno messo a repentaglio la propria incolumità. Ci sono stati momenti di forte tensione, fronteggiando gli energumeni al soldo della proprietà, che più volte si sono palesati in modo minaccioso.

Nell’arco delle 24 ore mai si è visto l’assessore all’ambiente Colla, mai ha fatto sentire voce e parere, mai ha dimostrato sostegno a quella parte di cittadinanza attiva che metteva se stessa a repentaglio per il territorio che l’assessore amministra.
Poche le figure politiche che si sono palesate, alcuni militanti e consiglieri di Cambiamo Abbiategrasso.
Polizia Locale, Carabinieri, addirittura l’Esercito, tutti si sono detti impotenti, anche di fronte a gravi soprusi e a vistose negligenze.

L’interfaccia politico e istituzionale è stato l’Assessore Brusati, che dovendo farsi carico dei solleciti e delle pressioni dei cittadini e delle cittadine, si è convinto ad attivare
i dirigenti del comune Lazzaro e Ambrosini per arrivare a formulare un ordinanza utile a bloccare i lavori.
Un’ordinanza che è arrivata troppo tardi, all’ultimo minuto, all’ultimo centimetro quadro, nonostante le numerose sollecitazioni pervenute all’amministrazione in questi mesi.
La devastazione è stata fermata solo qualche ora fa, quando non rimaneva più niente di intatto, solo un’area sfregiata per sempre.
Ora rimangono solo l’amaro in bocca e molti perché.
Perché questi estenuanti silenzi, perché questo lassismo, perché e come si permette che un’area di pregio sia devastata sotto gli occhi di tutti?
Dopo 24 di ordinaria follia, di rimpalli, minacce, dita puntate, accuse, silenzi assordanti, attese, sberleffi, rimangono molti interrogativi, si moltiplicano le domande, sullo stato di questa città. Sul malessere diffuso dei suoi cittadini, di chi qui ci lavora e vive.

La devastazione non fermerà questa cittadinanza viva e attenta. Non colerà il cemento.
Indiciamo per domani un presidio alle ore 16 alle spalle dell’Annunziata.


COMITATO ABBIATENSE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO


domenica 8 settembre 2013

"l'olio" (Carapelli-Inveruno) scotta e arriva in consiglio comunale prima di andare al ministero

Le crisi occupazionali sono tristemente all'ordine del giorno, ma poche arrivano a coinvolgere e mobilitare quai tutto lo schieramento politico come sta avvenendo per la Carapelli di Inveruno; nel corso del primo consiglio comunale aperto della storia dell'Inveruno democratica, abbiamo ascoltato, oltre ai delegati sindacali interni e quelli di categoria provinciali di CGIL e CISL, anche le istituzioni.
Ringrazio i consiglieri comunali tutti e la signora Sindaco Maria Grazia Crotti per aver consentito le riprese video del consiglio comunale.
consiglio comunale Inveruno per i lavoratori Carapelli

Inveruno consiglio comunale voto sulla MOZIONE situazione occupazionale Carapelli
https://www.youtube.com/watch?v=mCntaWhnKUo

lunedì 9 settembre  riunione dei lavoratori
 (tra poche ore)
e poi a Roma per l'incontro il 12 settembre al Ministero con Carapelli e le parti sociali

11 settembre 2013 40 anni dopo. ricordi, canzoni, video del Golpe in Chile Magenta h.21.15 IDEAL


L'ANPI di Magenta e la Cooperativa Rinascita Magentina sostengono e
promuovono l'iniziativa musicale che si terrà l'11 settembre alle ore 21,15
presso il BAR IDEAL Magenta viale Piemonte (dietro la stazione) 
 in omaggio al Presidente Salvador ALLENDE , in occasione del 40mo della sua morte 
per mano dei militari golpisti, avvenuta nel 1973, che pose fine al governo di UNIDAD POPULAR.







 

venerdì 23 agosto 2013

dal COORDINAMENTO SALVIAMO IL TICINO. RIPRISTINARE IMMEDIATAMENTE LA NORMALE PORTATA DEL FIUME

Lettera inviata alle Regioni Piemonte e Lombardia, ai Parchi Piemontese e Lombardo del del Ticino e ai consorzi interesssati

Cuggiono, lì 22\08\2013
OGGETTO: RICHIESTA CHIARIMENTI URGENTI CIRCA MANOVRE IDRAULICHE IN ATTO SUL FIUME TICINO
RICHIESTA IMMEDIATO RIPRISTINO NORMALE PORTATA DEL FIUME A VALLE
DEL PONTE DI TURBIGO

Il COORDINAMENTO SALVIAMO IL TICINO, in rappresentanza delle associazioni
aderenti, ritiene di dover evidenziare alle autorità competenti come nel corrente mese di agosto sia stata attuata una gestione idraulica del fiume, in contrasto con lo spirito della sperimentazione del DMV e dei protocolli attuativi in essere e comunque tale da mettere in pericolo l’ecosistema fluviale e da mortificare la fruizione pubblica così frequente in questo periodo.
La cronologia dei fatti risulta essere la seguente:
1) Fino al 10 Agosto, anche grazie all’abbondanza d’acqua che ha caratterizzato la
stagione, il Lago Maggiore è stato tenuto a livello di massimo invaso pari a + 100 cm
sullo zero idrometrico;
2) Dopo tale data è stata rilasciata nell’arco di pochi giorni gran parte della riserva
accumulata, facendo scendere il livello del Lago a + 60 cm sullo zero idrometrico;
3) Da tale momento si è quindi passati al rilascio alla Diga del Pamperduto del solo DMV di
12 mc\sec ( quando con un rilascio graduale delle riserve cumulate di cui al punto 1 si
sarebbe potuto assicurare al fiume per molti giorni una buona quantità d’acqua, inve
che il suo repentino abbassamento );
4) Infine in data 20\08\2013 – attuando una manovra idraulica improvvisa – venivano
praticamente azzerate le restituzioni all’altezza del Ponte di Turbigo ( stazione TIC 6 di
cui alla sperimentazione ), restituzioni di 30\40 mc\sec che vengono assicurate dal
Canale Industriale|Turbighetto| Tre Salti e dal NaviglioLangosco|Treccione e che
consentono, da tale punto in avanti, la ricostituzione della normale portata del fiume;
5) Da tale momento anche lungo tutta l’asta fluviale a valle del Ponte di Turbigo fino ad Abbiategrasso ( e con ripercussioni fino a Pavia ) è rimasta la sola disponibilità d’acqua di 12 mc\sec di cui al DMV, situazione mai verificatasi neppure durante la grande siccità del 2003;
6) La riduzione di portata di cui al punto 4), per quanto a noi noto, non è avvenuta a causa
di carenza d’acqua nell’invaso del Lago Maggiore ( ancora elevata ) ma esclusivamente
per lavori di manutenzione alle opere di presa del Canale Industriale;
7) La normale portata del fiume poteva e può essere assicurata con il rilascio a monte (
Diga del Pamperduto ) dei 30\40 mc\sec che, a causa dei lavori in corso, non transitano
dal Canale Industriale|Turbighetto|Tre Salti.
Allo stato, invece, i 30\40 mc\sec di cui sopra vengono trattenuti nel Lago Maggiore.
Lo spirito della sperimentazione del DMV in atto, e così come prorogata per i prossimi 3 anni, infatti, va inteso nel senso che nel tratto Diga del Pamperduto-Ponte di Turbigo si possa sperimentare un DMV di 12 mc\sec ma che, da tale punto in poi, debba essere ricostituita la normale portata del fiume attraverso i rilasci del Canale Industriale | Naviglio Langosco, cosa che in questi giorni non sta avvenendo e che sta provocando un’artificiale asciutta del Ticino con ripercussioni fino a Pavia.
Il che con tutta evidenza sta mettendo in crisi l’ecosistema fluviale ( il fiume è ridotto ad uno stagno ) e impedisce di fatto la fruizione pubblica ancora così frequente in questi ultimi giorni di agosto. Con la presente si chiedono urgenti chiarimenti in merito ai fatti di cui sopra e l’immediato ripristino della normale portata del fiume dal Ponte di Turbigo con il rilascio a monte della competenza che non può transitare, causa i lavori in corso, attraverso il sistema Canale Industriale|Naviglio Langosco.
In attesa di un vs cortese riscontro, si porgono Cordiali Saluti.
( Il Coordinatore per la Lombardia - Il Coordinatore per il Piemonte )
CLAUDIO SPREAFICO - ROBERTO VELLATA

martedì 20 agosto 2013

nella valle del ticino, un ipotesi di turismo "leggero"

Agosto 2013
Tra chiari e scuri, sempre più spesso si decanta la natura e il parco del Ticino, come attrattori di turisti,
poi in vista di expo si sentono racconti che paiono scambiare las vegas con carpenzago, e boffalora e il naviglio per lo stretto di panama, vista l'importanza strategica che gli viene superficialmente attribuita.

per tornare coi piedi per terra, un po' di foto di questo caldo agosto 2013


Il Parco del Ticino a Bernate





















Magenta    "la fagiana"




Turbigo








(foto scattata il 18 agosto 2013 h.19)



sabato 17 agosto 2013

(im)mobilità forzata agostana. grazie a Movibus

è già passato un anno da quando cittadini esasperati lamentavano la cancellazione delle corse dei bus nel mese di agosto, ed era la prima settimana di settembre quando, ancora, i cittadini che provavano ad usare i mezzi pubblici
e si, perchè in provincia, i mezzi pubblici non puoi dire di prenderli, ovvero
dici "provo a prendere il mezzo pubblico", perchè per un motivo o per l'altro è quasi impossibile fare un programma di viaggio e che trenord, movibus o atm ci consentano di rispettarlo

dicevamo
l'altra grande questione sollevata, riguardava la difficoltà di avere informazioni sugli orari e sulle corse non soppresse
si evidenziò il fatto che molti cittadini non hanno l'accesso 24 ore al giorno ad internet (pensiamo alla fascia anziana) e suvvia, la vicenda è assai nota

di bontà e fiducia quei signori hanno abusato
mi vien da pensare

guardate cosa vien da fotografare


oltre al danno delle corse cancellate, pure la beffa dell'informazione "volatilizzata" on line... ma che, nel concreto, dopotutto, non consente ai cittadini di farsi un minimo di idea di come stan tagliando i mezzi pubblici

va be, i disagi li viviamo anche ad agosto ed è doveroso e necessario documentare e informare; speriamo che da settembre qualcosa cambi.
ma certo è, che niente cambia da solo

questo il video dell'anno scorso

mi sento in dovere di ripubblicarlo perchè la femata è tornata al degrado dell'anno scorso...
un ultima vis polemica, concedetemela...
per incentivare il trasporto pubblico, pare ovvio che anche il momento dell'attesa del passaggio del mezzo, non dovrebbe essere un "tormento, fastidio e sofferenza", in piedi, al freddo, alla pioggia, al vento e allo smog, ma, vediamo come han fatto a 40 km da Magenta
la fermata di Magenta la vedete alle mie spalle, un palo sul marciapiede e nulla più

quelle sotto sono di due paesi di un migliaio di abitanti


dove e come preferireste aspettare l'autobus?