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giovedì 18 aprile 2013

Critical Mass esperienza mistica nell'epoca che fu automobilistica!

Solcare le strade, vento in faccia, profumi di primavera
e anche se ne bigio qualcuna, la critical, rimane la massima espressione di libertà, di consapevolezza e di passione, e di EVOLUZIONE della società
di parole, dovrei farci anche un piccolo lavoro su questa modalità libertaria di vivere la città e lo spazio urbano, ridefinendolo, valorizzandolo e soprattutto, conoscendolo...

"l'orizzonte dell'automobilista è la targa della macchina che lo precede, 
l'orizzonte del ciclista è l'infinito!"

questo un video per chi dalla provincia si reca in città,
PRATICANDO la MOBILITA' SOSTENIBILE e i disguidi che si trovano

e il video del ventesimo compleanno della Massa Critica!!!

e uno dei miei video preferiti
(quasi profetico... guardate la data!)  


e per chi vuole leggere qualcosa di insolito che partito dalla critical mass.. mi ha portato, passando da molteplici e varie esperienze a Gibo nello spazio

un lavoro partito ormai un decennio fa... 


E tutto è una palestra!
Del pensiero, dei muscoli, delle ossa, delle percezioni, delle esperienze; accumular scorci di vita, frammenti e ancora lampi di luce, bagliore, l'energia che scorre, fluisce, si materializza, si materia che cosi chiamiamo, ma è solo energia, solo la nostra proiezione nel nostro piccolo e incompreso universo fatto di immagini e colori, a volte sfuocati a volte caldi e carichi di significati; si, questa energia che ci scorre nelle vene, nella testa, da vita ai pensieri.
Pensieri di energia, ed era solo ieri che mi aprivo allo sguardo su questo mondo che più conosco o mi illudo di conoscere e sempre meno comprendo, a volte ho la sensazione di intuirne il significato e mi perdo in una virgola. Tutto è niente e niente è tutto, dipende solo dalla mia volontà, in un mondo che sempre più consente di aprirmi alla mia volontà ma che sempre più mi carica del peso del significato.
Perso tra i libri di una biblioteca, e ora lo intendo: è il tempio, il tempio di un ipotetico sapere, e tutto è già! Parlar del divenire, della percezione dell'essere, del sentire e dell'immaginare, ma cos'è poi l'immaginare?
Noi siamo il nostro mondo, ma poi cos'è il mondo se non un insieme di significati a cui cerchiamo di dare coerenza? Quel proceso di autopoiesi che intendo o voglio intendere così simile alla magia, quell'insieme coerente di riti che si svluppa dalla coerenza nei confronti delle leggi universali, quelle leggi su cui si regge tutto e che ci sono occultate dalla nostra fretta e routine di “voler vedere”.
Bene, ora so, mi son gustato e forse devastato in questo lusso del poter cercare, mi sono inebriato a piccoli sorsi di una conoscenza che non riesco a decifrare,, ridondano in testa poche parole, musicali e significanti.
Ogni lettera è un insieme di significati, ma mi perdo nel volerle comprendere e torno sempre a quella frase di un professore all'università: “il particolare è una parte dettagliata del generale; il generale è l'insieme meno specifico dei particolari” e mi alleggerisco a riscoprire frasi già dette e sentite,

Pausa alla pausa, torniamo, anzi, andiamo a scrivere questa tesi, o almeno proviamoci.. dopotutto è il primo gradino di quella “stairway to heaven” che è la conoscenza e l'accesso alla conoscenza delle leggi fondamentali, il resto, ora intendo, è la distrazione del quotidiano; è il veder quelle cose che altri vedono o non sanno di vedere ma comunque dimenticano o negano per evitare di prendere coscienza di quanto piccoli siamo nel mondo e di come siamo cooptati nelle nostre ipotetiche scelte di libertà, così vincolati e guidati da una struttura così articolata e complessa che non scorgiamo e, per i più, evitiamo addirittura di prendere in considerazione e di immaginare.
Come il bambino che davanti allo specchio acquisisce la coscienza del “se”, l'intento è quello di dare un mezzo per decifrare i meccanismi che inducono buona parte della civiltà, cosiddetta occidentale, a trascorrere buona parte della propria esistenza in coda in automobile.
Prestando attenzione ad evitare di cadere nel trabocchetto dell'estremismo ideologico, riconoscendo i progressi che indubbiamente ha portato la motorizzazione, si vuole anche rendere evidente le criticità che l'abuso dell'uso dell'automobile ha portato.

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