lunedì 29 agosto 2022

Don Colmegna ricorda il Cardinal Martini

 A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA DI CARLO MARIA MARTINI, IL RICORDO DEL CARDINALE NELLE PAROLE DI DON VIRGINIO COLMEGNA: DAL “VAI A SESTO” A “HO BISOGNO DI MOLTA CONCRETEZZA NELLE PAROLE DI CARITAS” ALLA CREAZIONE DI UNA CASA DOVE “FARE ACCOGLIENZA E CULTURA”.

Era un venerdì l’ultimo giorno dell’agosto 2012, il giorno della scomparsa di Carlo Maria Martini, gesuita, teologo, biblista, dal 1980 al 2002 arcivescovo di Milano, cardinale del dialogo interreligioso e dell’incontro tra credenti e non credenti, aperto alle tante e diverse realtà sociali, nessuno escluso, con grande attenzione per gli ultimi, per i più poveri, per gli “sprovveduti” come lui amava definirli. 

Sono passati 10 anni, ma quel venerdì 31 agosto 2012 per don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità, non sarà mai una ricorrenza. Semmai un’occasione di riflessione, in cui le tante emozioni del passato si mescolano al presente e la memoria cerca nuove risposte per il futuro.

IO, IL CARDINAL MARTINI E LA CASA

«In quelle ultime settimane d’agosto 2012 si sapeva che le condizioni di Martini erano molto peggiorate. La notizia della morte me la diede l’amico don Damiano Modena che lo ha accompagnato nei suoi ultimi 4 anni all’Aloisianum di Gallarate. Mi ero preparato a modo mio, cercando di vivere il distacco nel segreto del mio cuore senza mai andare a disturbare: dentro di me sapevo che si stava per chiudere una parabola di vita e che quello sarebbe stato un momento importante, decisivo per me, per molti. Martini era una persona riservata e lo è stato anche nel momento della scomparsa. Però aveva fatto breccia nel cuore e nell’anima di tanti. Lo si è visto nei giorni successivi alla sua morte quando migliaia di persone, credenti e non credenti, forestieri e milanesi di cui era stato vescovo per vent’anni, si sono messe in fila, pazienti e silenti, per rendergli omaggio nella camera ardente in Duomo: un’esplosione di popolo, gente semplice insieme a gente famosa, nei cui cuori aveva lasciato il segno».

Hai frequentato Martini per più di trent’anni, hai più volte detto che è stato l’incontro che ha segnato la tua vita.

«Sì, è così, per me ha rappresentato la gioia di essere prete e mi ha dato l’entusiasmo per andare avanti. Per me e per tanti come me, quegli anni (fine anni ‘70, ndr) erano stati faticosi, duri. Quando Martini arrivò a Milano come Arcivescovo, insieme ad altri preti che chiedevano di star dentro al sistema sociale, gli scrissi una lettera per esporgli la mia situazione. Mi rispose invitandomi per tre giorni a vivere in Arcivescovado. Poi prese la sua macchina, una 124, e con lui alla guida andammo insieme all’abbazia di Viboldone. Io gli avevo chiesto di poter essere più vicino al mondo operaio, di poter vivere esperienze di ospitalità e di accoglienza. Dopo un’ora di silenzio e di preghiera, lui in una stanza e io in un’altra, mi disse: “Vai pure a Sesto, vai in fretta, prima che gli altri si accorgano”. E visto che volevo seguire le marginalità, mi chiese di inventare una possibilità di accoglienza per i disabili. È nata così l’esperienza della Parpagliona, una piccola casa della periferia sestese dove cominciammo ad accogliere disabili e persone dimesse dagli ospedali psichiatrici. Ricordo con emozione la sera in cui Martini, da solo, senza avvisare nessuno, venne alla Parpagliona e si sedette vicino agli ospiti, curioso di vedere e sapere».

A proposito di ricordi, dopo tre anni di parroco a Sesto, Martini ti volle a capo della Caritas Ambrosiana. Non era quello che speravi…

«Volevo continuare la mia esperienza di parroco di periferia alla Resurrezione di Sesto e glielo dissi, ma lui mi convinse dicendomi: “Fallo proprio per questo, per superare la logica dell’assistenzialismo. Ho bisogno che ci sia molta concretezza nelle parole di Caritas”».

Da presidente della Caritas, tra le prime cose, ti capitò di occuparti della famosa occupazione della chiesa di San Bernardino alle Ossa da parte di immigrati senza casa.

«Fu la prima occupazione di una chiesa. Martini mi telefonò per dirmi di “fare di tutto per convincere gli occupanti ad uscire” raccomandandomi di non chiamare la polizia. Ci volle molta pazienza perché in città la tensione era alta e da più parti si invitava allo scontro. Io sapevo di avere la fiducia del mio vescovo e feci l’impossibile per convincere gli immigrati a desistere. Quando tutto finì per il meglio, Martini ci invitò a cena a festeggiare il buon esito. Martini era così, innamorato del Vangelo, attento a ciò che succedeva, attento alle persone, lucidissimo nel capire il presente e i fenomeni sociali, capace di anticiparli. A volte alla mattina, alle otto, otto e un quarto, mi telefonava per sapere come andava questa o quella cosa».

Dopo 11 anni scrivi un’altra lettera a Martini, quasi al termine del suo mandato pastorale, e in sintesi gli proponi, sentendoti alla fine del percorso in Caritas, di usare una parte dell’eredità lasciata alla Curia milanese dall’imprenditore Angelo Abriani per creare un luogo dove accogliere e servire gli ultimi. Cosa ti ha risposto? 

«Il giorno dopo mi chiamò il provicario generale dell’arcidiocesi, monsignor Franco Agnesi, dicendomi che il cardinale era molto interessato e di darmi al più presto da fare a cercare un luogo dove dar vita a questa iniziativa, invitandomi a cercare una realtà pubblica abbandonata. È così che prende corpo l’idea della Casa della Carità in una scuola abbandonata di via Brambilla a Crescenzago, dove già la cooperativa Farsi Prossimo aveva un presidio perché in alcuni locali avevano trovato rifugio immigrati e senza dimora. Progetto fortemente voluto da Martini che, grazie alla sua amicizia con l’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, passò votato all’unanimità in consiglio comunale con la concessione dell’edificio in diritto di superficie per 99 anni. Ricordo con emozione il discorso di addio a Milano pronunciato davanti al consiglio comunale, quando a proposito della Casa, luogo di accoglienza e cultura, Martini disse: “Voglio lasciare un segno”».

Una Casa luogo di accoglienza e di cultura: questo il lascito di Martini?

«Senza il cardinale, la Casa della Carità molto probabilmente non ci sarebbe. Lui è sempre stato partecipe di questo luogo, voleva essere informato anche quando non era più arcivescovo. Io partivo, facevo, ma me lo trovavo sempre accanto. Anche quando andò a vivere a Gerusalemme, so che ogni sera pregava per la Casa. Non c’è dubbio che il suo più grande lascito sia stato quello di trasmetterci il binomio “accoglienza e cultura” e la capacità di non essere assimilati a un’attività di carattere assistenziale o pietistico. Così come credo che la principale innovazione, che rispetta in pieno il mandato di Martini, sia stata la gratuitàche significa accogliere anche quelli tagliati fuori da tutti i servizi, coloro che nel Discorso alla città lui aveva chiamato “gli sprovveduti”. Ecco perché, per il futuro, chiedo che venga salvaguardato il patrimonio di pensiero e di cultura della Casa e sia assicurata la necessaria serenità economica per sostenere il peso della gratuità e dell’innovazione. Mi auguro poi che si rafforzi il legame, anche statutario, con Martini e il suo insegnamento: per questo auspico che la Fondazione Martini entri a far parte del Consiglio della Fondazione Casa della Carità».

Sono passati 20 anni, ma il tuo entusiasmo sembra sempre lo stesso…

«Io la chiamo “follia ragionata” che mi porta a vivere, fisicamente non lontano dalla Casa della Carità, ma all’interno dell’esperienza della Casa, l’esperienza di SON – Speranza Oltre Noi, dove insieme a famiglie con figli con disabilità vivremo il “dopo di noi, durante noi”, che ritengo la conclusione della mia vita. Vedo SON in quest’ottica di attenzione, perché vorrei che il tema della disabilità, del Dio debole, della sofferenza, sul quale molte volte si è espresso lo stesso Martini, sia vissuto in un’ottica di bellezza e di familiarità. Lo facciamo vicino a una parrocchia perché possa investire anche la pastorale unitaria».

Se fosse ancora vivo, cosa pensi che ti direbbe il cardinal Martini?

«Di fidarmi e di andare avanti a fare le cose, senza dirle troppo».

 

CARLO MARIA MARTINI

CARLO MARIA MARTINI È STATO “IL CARDINALE DEL DIALOGO”. GESUITA E BIBLISTA, È STATO ARCIVESCOVO DI MILANO DAL 1979 AL 2002. PRIMA DI LASCIARE LA DIOCESI, HA VOLUTO LA CASA DELLA CARITÀ.

Carlo Maria Martini è stato il fondatore della Casa della Carità.

Il Cardinale ha consigliato l’imprenditore Angelo Abriani affinché usasse la sua eredità “per i più sprovveduti”. Ha coinvolto nella Fondazione anche il Comune di Milano, oggi nostro garante insieme all’Arcidiocesi. E ha scelto don Virginio Colmegna per guidare una casa che, in periferia, promuovesse cultura a partire dall’accoglienza.


domenica 28 agosto 2022

Dagli esordi verdi

 I Verdi, una federazione di liste civiche, quando si presentano alle elezioni, le prime volte, i nomi sono rigorosamente in ordine alfabetico, prevedono la rotazione a metà mandato, per far crescere la federazione e le competenze. 

Sarebbe opportuno ricordarci chi siamo. 

Soprattutto, se hai già un incarico, non vieni candidato, ancora, come ha ben scritto Gianfranco Bettin, rifiutando un collegio blindato per rispetto dei suoi elettori. 

Ora, chi fa antiecologia, brindando in brick di tetrapack, quello delle materie prime da 4 continenti, per capirci, a incarichi dirigenziali, che già basterebbero, visti i danni e commissariamenti, somma quello istituzionale e.. Si candida pure in altra regione. 

Sa po' no 'nda innans insci' 

Fino all'avvento della pelliccia destra, 2011, era impensabile che un verde, ricoprisse più incarichi alla volta. Questo, per far crescere la federazione.

Ora, invece, gli antiverdi, o semplicemente non adeguati, cumulano incarichi e, dopo un anno di governo a Milano, il nulla. Cioè, 800mila euro di stipendi pubblici, un 10% alla federazione, per... La pace sociale? Per fermare contestazioni? Per cosa?

I verdi in maggioranza a Milano, cosa han prodotto.

Carlo Monguzzi mi aiuti a capire. Grazie. Mi ricordo i tempi in regione e provincia, per i lavoratori della Zucchi, Carapelli, esab etc etc, per i centri commerciali da fermare. Ma soprattutto le proposte. Agenda 21, ufficio diritti degli animali, in provincia e tanto altro.

Grazie Comandante. Mi dia la linea per favore

Altro post 

#25settembrevotaVerdi #verdi #sinistraitaliana

Oggi prima iniziativa del collegio elettorale del legnanese, in quel di Pregnana Milanese.

Nel nulla qualcosa va fatto, ragion per cui, come dal 2003 ad oggi, su le maniche e lavorare per il bene dei Verdi!

Certo, l'amarezza per l'esclusione dal listino del  proporzionale non è poca, in ottica politica verde, in quanto con il nostro carissimo Domenico Finiguerra candidato in altri "lidi", una presenza territoriale #notangenziale e per i parchi, #parcodelticino #parcoagricolosudmilano e i #plis come il #parcodelroccolo etc etc.

Per portare i verdi al 20% qualche male frutto, siam disposti a ingoiarlo, ma a tutto c'è un limite. Oggi, ho fatto buon viso a cattivo gioco, testimone la foto sorridente con chi nel 2018 fece la campagna elettorale contro i verdi, perché 3 mesi dopo era in lista con la sinistra e non i verdi, dopo che mostrai le prove in assemblea (11 marzo 2018), il tizio provo' ad aggredirmi. Ma questa è un'altra storia e le videocamere di sorveglianza dell'ufficio di Cinisello Balsamo e la mia precisa denuncia sono garanzia che non vada in fanteria.

Ma ci provano ancora.

Oggi, tal tizio arriva alle 11.20, l'iniziativa era alle 9.30, scopro nel pomeriggio, che millanta una mia diffida dai Verdi ( n.d.r. L'unica sede lombarda la sto fornendo io da quasi un decennio). FALSO e infondato; ho sentito il nazionale, e su loro indicazione, le direttive di continuare a lavorare per il bene dei verdi. Per scrupolo ho sentito anche uno dei due commissari regionali.

VERO, quel che si legge nell'incipit della mozione, che trovate anche sul sito dei verdi. Quindi, è verità documentale, come se non bastasse il video a disposizione della polizia e del tribunale. Scrissi l'incipit per sollecitare l'intervento del giuri' dei verdi o almeno per richiamare alla verità dei fatti e scongiurare il ripetersi di questi episodi (Caldarella a metà maggio aggredisce un iscritto durante l'assemblea dei verdi milanesi).

Da istituzionale, in consiglio comunale ho imparato a far rispettare i documenti, e da qui la importante intuizione dell'incipit.

Il guastatore in foto, non so se con altri o da solo, si inventa una serie di maldicenze e falsità sul mio conto, prontamente riportate, amen è politica e l'invidia fa fare brutte cose.

Arriviamo al dunque, un suo, presumo, sodale, tal Correnti di Sedriano, dice che il violento aggressore, a suo dire, sarebbe il referente dei verdi, e che ha già collaborato a Sedriano e Vittuone. A Sedriano non ci sono verdi in consiglio comunale (la prova del 9) e non ci fu lista verde. A Vittuone, nella civica progressista c'erano vari miei cari amici e compagni di lotte ambientali. Nessuno però rappresentò i verdi. Li tra gli eletti il mio caro amico.

In questo mare di menzogne, l'unica realtà è che TUTTI noi verdi sinceri, riteniamo che le battaglie congressuali vadano tenute fuori dalle elezioni, nonostante liste che han lasciato insoddisfatti e amareggiati.

Guardiamo avanti, ma non facciamoci prendere in giro da guastatori o peggio.

A mio avviso, noi Europa Verde - Verdi siamo una forza politica ecopacifista e certi atteggiamenti non possono venir tollerati.

Da sempre lavoro per far crescere i verdi, e se il 16, 7% di Ossona, ormai è storia, va da sé che il lavoro è tanto.

Come dico sempre, per i verdi al 20% si deve convivere, e dai Fedrighini ai Monguzzi, son per far tornare tutti nei verdi.

Il complottino è fatto da questo tizio con un suo sodale di sinistra italiana (che oggi si è inventato sciocchezze da somarello).

Questo rischia di danneggiare il nostro verde prezioso lavoro, es. Il colloquio con l'ex sindaco di Vanzago per fermare speculazioni e terzo e quarto Binario inutili (basterebbe aggiungere Carrozze, come spiegato dai tecnici in varie assemblee).

Invito a lasciare fuori dalla campagna elettorale le lotte congressuali, invito a prendere provvedimenti verso i due nocivi soggetti.

Invito a lavorare per le elezioni. 

La mozione completa sul sito verdi Lombardi.

Aggiungo che le firme necessarie erano solo 6, il nostro circolo ha 18 iscritti. L'appello non esplicitava il momento di deposito firme. Ritirai la mozione, per farla diventare "documento programmatico", che venne approvato all'unanimità e messo agli atti, così vincemmo l'assemblea regionale. 

Buona lettura e ora, insieme, andiamo a vincere!   http://www.verdilombardia.it/assemblea-regionale-9-febbraio-mozioni-politiche/

Gilberto Riccardo Rossi




giovedì 11 agosto 2022

Di Verdi e alfabeti. Un verde a Milano

 Capisco, ci siano difficoltà interpretative, ma in democrazia la forma è sostanza.

Una federazione non è un partito, opera dal basso all'alto; un partito, invece, dal vertice, opera e impone dall'alto al basso delle sezioni locali e degli iscritti.

I Verdi, sono una federazione.

Europa Verde, un cartello elettorale che, causa pandemia e altro, non ha ancora visto l'assemblea fondativa ma solo un'assemblea programmatica.

Ci avevano provato, già provato con gli ecocivici, a cancellare i Verdi. No, non si può.

Il terremoto di ieri, non lo possiamo nascondere, abbiamo il dovere di capire e elaborare e rielaborare i motivi.

Certo, l'ennesimo commissariamento, con commissari, gli stessi portavoce. Si, assurdo, o per esautorare l'esecutivo? Nel frattempo, il consiglio federale nazionale, non ha i delegati della Lombardia. Anzi, per assurdo, 3 voti contro del cfn, all'alleanza con sinistra italiana, sono di 3 lombardi, tra cui infiltrati saliani di destra. (così mi han riferito, purtroppo non era pubblica quella votazione) 

Detto questo, la democrazia è una pratica.

Che forze esterne lavorino contro i verdi, lo sappiamo; mai, avremmo immaginato ci potessero, prima infiltrare e in alcune occasioni, pure gestire. I metodi, ormai li sappiamo. Delegittimare, farti lavorare senza pagarti, rompere il computer, aggressioni, o soldi delle affissioni che scompaiono e i manifesti non li ha mai visti nessuno (6 mila euro per 2 giri di affissione!!! E non c'erano manifesti quando in 3 con una macchina in due notti, si mettono. (io l'avevo fatto in bici di giorno nel 2018,aggratis,ovviamente).

Detto questo.

Per chi ai verdi ha dato tempo, impegno, risorse e passione. Ormai, ad ogni assemblea di mobilitazione ambientale, è più d'uno che non c'è più. Per loro, non possiamo fermarci. 

La democrazia, è una pratica. Pratichiamola.

Domenico Finiguerra lo conosco da tanto, mi pare, #notangenziale 2003, la sua scelta, ha scosso molti, ma come è nata e perché? 

Il mondo non finisce il 25 settembre.

Il dibattito politico precedente com' è stato? Semplice, non c'è stato. 

Ci sono rimasto male anch'io, forse un po' meno, rispetto alle verdi assenze del convegno sul #parcoagricolosudmilano perché, vedete, la forma è sostanza, certo, i convegni, l'elaborazione culturale e progettuale, sono la sostanza e i soggetti politici dovrebbero "incarnarle".

Noi verdi storici c' eravamo. Gli altri no.

Esplicito il senso, se non studi da verde, poi, metti l'acqua in tetrapack o assumi nuclearisti come collaboratori. 

Questa mattina, in piazzale Loreto per i 15 martiri, c'eravamo noi verdi veri storici. Pensiamoci. Non mi sento di dare colpe a nessuno. Ho voglia di capire. Certo, il dispiacere rimane, ma..

Dopo le elezioni del 4marzo 2018, a Cinisello Balsamo, nella sede di LAS, al momento della discussione, caldarella Antonino e Fabrizio masseroni, tentarono di aggredirmi, fortuna nei verdi ci sono ex folgore (che mi vogliono gran bene) e li han fermati. Caldarella e moglie, candidati ovunque e nemmeno sono andati per territori. Fabrizio Masseroni di Bareggio 8 km da casa mia,  ha fatto la campagna per rifondazione non per i verdi, perchè aveva un accordo per le amministrative. Avevo fatto manifesti etc etc e a Bareggio non li hanno distribuiti. Ho riportato le testimonianze di ex iscritti verdi di Bareggio, e li è partita l'aggressione. 

Ne parlavamo stamattina, abbiamo dirigenti verdi che farebbero di tutto per cancellare i verdi. Scioperi per il clima, a Bologna, verdi e grunen con le bandiere, a Milano, la bandiera me la strappa, quella che diventerà assessore. Lo stesso giorno.

Ora, guardiamo avanti.

L'ultima assemblea provinciale è del 2014, e non brillava di Democrazia. Ogni 3 anni gli organi vanno rinnovati.

Ora, che i Verdi facciano i Verdi.

E stiam facendo i verdi.

Un omaggio a Cesare Beccaria, e al suo dei delitti e delle pene, mi pare adeguata.

Viva i verdi

Nel 2014 mi escludono dalle europee e in 9 giorni, preparo una lista e prendo il 16,7%.

Senza aiuti da nessuno. Altri, quest'anno han preso soldi dal nazionale e...gli stessi voti delle europee. Qualche domanda bisogna farsela

P. S il post era su fb, mi hanno inviato a toglierlo... La verità, fa male.. 


Di Verdi, facebook e studio

Su mandato delle assemblee della federazione dei verdi di riferimento, ho poi sviluppato, le seguenti pagine.

Sono le pagine che parlano di Verdi ed ecologia  e delle nostre attività.

Non sono mai state sponsorizzate con denaro, ma solo con passaparola, per evitare i noti meccanismi dell'algoritmo. 

A differenza della pagina di europa verde milano, sponsorizzata, ma praticamente inesistente tra noi verdi.

Sotto elezioni, arrivano i fenomeni, e se la prima volta potrei credere in "inesperienza", la seconda è una truffa, mi riferisco precisamente alle elezioni del marzo 2018. Dove, per sostenere una candidata, hanno rifatto delle pagine, che non han funzionato, a meno che, la funzione, non fosse occultare i verdi.

Chi mi vuole aiutare, anzi, chi vuole aiutare i verdi?

Per questo, gli Ecologisti del Ticino organizzano un ciclo di lezioni sul web e comunicazione social. Aperte agli iscritti verdi.

Grazie